Il matrimonio è l’unione di un io e un tu che liberamente si scelgono. E’ la ricerca a risposte di senso: nell’amore, nella verità, nel miglioramento. E’ ricercare una passione personale autentica e che trova significato dell’esistenza dell’unione nella rappresentazione del matrimonio.
Perché ci sposiamo?
E’ una domanda che in molti ci poniamo e in molti siamo felici nel rispondere: si lo voglio!
Anche per i maschietti è un momento di felicità, diciamocelo, anche se poi tra gli amici ci si diverte a prenderci in giro dicendo: “Voilà, anche tu ci sei caduto!!!”. Vero amici maschietti???
Per riflettere su questa affascinante e atavica domanda, mi lascio corroborare da un libro che ho letto molto tempo fa e che ho ripreso da poco. Libro che ho ritenuto e lo ritengo tutt’ora uno scrigno di tanti spunti di riflessione.
Il libro si chiama: “Matrimonio Moderno” scritto da Karen Blixen . E’ un piccolo libricino di 111 pagine edito dall’Adelphi per la collana Piccola Biblioteca.
Karen Blixen scrisse questo piccolo trattato rivoluzionario per l’epoca, lo è ancora oggi figuriamoci, per dedicarlo al fratello Thomas… siamo nel 1924.
Un libro che rimase sepolto tra le scartoffie del fratello per molto tempo, più di 40 anni, fino a che se ne decise la pubblicazione nel 1977.
Perché questo libro è rimasto nascosto per tutto questo tempo? Per il contenuto veritiero e pieno di passione? Perchè i sentimenti che non si addicevano ad una donzella di quel tempo (1924 appunto)? Chissà, ma ora lo abbiamo nelle nostre biblioteche, quindi leggiamolo e riflettiamo!
Spunti di riflessione sugli ideali
L’elemento che mi ha più fatto riflettere è l’importanza degli ideali e sul rischio che l’abitudine agli ideali diventi quasi una legge dell’evoluzione. L’autrice sottolinea che ci si abitua a tutto pur di evolvere e dimostrare di valere di fronte alla società…. addirittura, scrive l’autrice, mantenendo legami sterili e vuoti contenitori se questi corrispondono agli ideali della società “ben pensante”.
Intanto spero che siamo tutti d’accordo che un passo avanti nella libertà di scelta la società l’ha sicuramente fatto: il sessantotto, le lotte sociali e i movimenti di vario genere hanno infuso una certa pretesa nel sostenere “io voglio e lo ottengo”.
E in amore? Si in amore anche… oggi, almeno dalle nostre parti, i matrimoni combinati possiamo dire che si stanno definitivamente estinguendo, per la felicità di tutti!
Il rapporto d’amore per Karen Blixen
Concentriamoci sulla domanda iniziale: “Perché ci sposiamo?”
Karen Blixen si concentra sulla differenza tra matrimonio e rapporto d’amore e ne fa fulcro del libro. Condanna la società per aver assoggettato l’idea del matrimonio a tutta una serie di regole sociali, religiose e poi in ultimo statali, che lo hanno spogliato del suo autentico significato ideale a tal punto che lo stesso è mantenuto in piedi per convenzione sociale e fintanto che apporta vantaggi ai nubendi.
Ricordo sempre che il periodo in cui Karen scrive è agli inizi del secolo precedente (1924!).
In tal maniera il matrimonio diventa, secondo Karen, un mero istituto giuridico, privato della sua anima e della sua sana essenza: il rapporto d’amore.
Siete sicuramente d’accordo con me, che il rapporto d’amore è un rapporto tra due individui unici, di solito un uomo e una donna, e dovrebbe essere libero! Libero sia che questo è o meno consacrato da sacerdoti o da funzionari. Esprimendosi in modo diverso: il matrimonio, inteso come matrimonio dell’anima e tra anime, è l’unione di un io e un tu che liberamente si scelgono e rinnovano la loro promessa ogni giorno. Sia esso un giorno felice, duro, meno fortunato o un giorno diciamo “ideale”.
Torniamo a Karen Blixen. La scrittrice condanna la società proprio nel momento in cui impone il matrimonio quale strumento per edificare l’amore cioè l’idea che sia scontato il fatto che “…in un matrimonio solido e ben riuscito l’amore sarebbe venuto spontaneamente a coronarlo…”.
Così si innesta l’idea consolatoria che crollano soli i matrimoni non solidi…
Ma in tutto questo che posto ha l’amore?
Chiarisce la scrittrice: ”…in un rapporto d’amore la persona amata è tutto, è il principio e la fine….; nel matrimonio invece le due personalità si incontrano in un’idea, e nessuna delle due rappresenta per l’altra il più alto significato dell’esistenza, mentre questo, per entrambe è rappresentato dal matrimonio”.
In maniera spettacolarmente oltraggiosa, la Blixen paragona il matrimonio al rapporto tra il generale e il suo esercito. Entrambe le parti sono devote vicendevolmente, ma il generale non è tutto per l’esercito , così come l’esercito non significa tutto per il generale. Quel tutto invece è rappresentato dalla guerra che entrambe le parti stanno per affrontare.
Così la maggior parte dei matrimoni dell’epoca erano simili al rapporto di coordinazione tra generale e il suo esercito: avevano solo eliminato la guerra…
…Ma l’amore, essenza del rapporto di amore autentico, è un’altra cosa!
Il rapporto d’amore è per l’autrice la più alta manifestazione d’amore!
E’ “…la capacità di amare veramente, senza il supporto dell’abitudine o delle circostanze esterne, e quella di vedere la massima manifestazione del divino, che altri trovano nella religione, o nella bellezza della natura, o nell’arte, o nel dovere o nella patria… di trovare tutto questo in una singola persona, e la propria felicità e salvezza eterna nell’unione con quell’unica persona”.
Eh si! La salvezza dell’umanità è desiderare il libero amore!
L’amore come senso del matrimonio
Attenzione, badiamo bene! Non l’amore libertino contornato di tutt’altra accezione! Questo tipo di “amore” è assolutamente incompatibile con il pensiero di Karen. Stiamo parlando di un amore che liberamente si sceglie senza considerare vantaggi e svantaggi sociali o di altro tipo… Si sta parlando di un amore di cui si sente forte l’attrazione, e che diviene l’obiettivo ultimo.
Un amore inteso come desiderio viscerale porterebbe tutte le persone intelligenti e amanti della verità a considerare i loro rapporti di amore come la pietra di paragone della propria natura.
Gli amanti moderni, dei tempi nostri diciamo (Karen Blixen, lo ripeto, scrive nel 1924), se vogliono vivere l’ideale di un amore pieno e duraturo devono fare come un San Cristoforo moderno, abbandonare l’altare dell’apparenza e della convenienza a cui prima si erano rivolti per abbracciare il bastone, mettersi in viaggio e cercare risposte di senso: senso nell’amore, senso nella ricerca di verità…
… senso nell’essere differenti come persone, come visioni. Senso di essere differenti nella nostra unicità. E arricchirci di queste differenze, perchè altare di confronto e miglioramento.
Conclusioni
Dobbiamo ricercare una passione personale autentica. Uso il senso del dovere come chiamata all’azione, ma è ovviamente un atto di volontà essenziale. Il vero amore folle avrebbe allora improvvisamente un valore tra le forze che ci appartengono. Tutto questo renderebbe noi più felici, le persone che ci circondano più felici. E contribuirebbe a generare un’umanità degna di “essere”.
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