Un bravo fotografo immortala gli attimi delle vostre emozioni
Buona domenica a tutte e tutti!
Oggi è il giorno del riposo. È quel giorno in cui abbiamo tempo per la riflessione. E allora vi dico: ascoltate voi stessi e scoprite con me il mondo delle emozioni. In particolare, quelle primarie e secondarie.
Eh già, le emozioni non sono tutte uguali. Al contrario, si dividono in queste due grandi categorie.
Quali sono le “emozioni primarie”?
Le emozioni primarie sono più forti e predominanti nella nostra vita, perché collegate all’istinto di sopravvivenza. Sono quelle che abbiamo in comune con il regno animale e ci permettono di condurre la nostra vita sulla base di alcuni principi fondamentali. Se provo gioia, so di essere nel posto giusto con le persone giuste. Se invece provo paura, sento che devo valutare dove sono e dove sto andando.
Sono le sensazioni più forti e immediate, che impariamo fin da subito a comprendere. Già da bambini.
Quali sono le “emozioni secondarie”?
Le emozioni secondarie, invece, vengono dopo e caratterizzano la nostra vita adulta. Sono quelle che necessitano di auto consapevolezza. Che significa? Semplice. Per comprenderle e affrontarle, dobbiamo prima averle conosciute e sperimentate. Solo dopo una, due, tre, a volte infinite esperienze… capiamo finalmente come gestire queste emozioni.
Sono emozioni molto più sottili. Quasi degli aneliti connessi con l’anima a diversi livelli, che ci fanno vivere in maniera più profonda la nostra vita. Se le individuiamo e impariamo a conoscerle ed a “navigarle”, riusciamo a dare una direzione alla nostra vita.
Allora, quali sono queste emozioni?
Come riconoscerle
Le emozioni primarie sono: gioia, paura, tristezza, disgusto, rabbia, interesse, stupore, felicità.
Le conosciamo bene, le sappiamo individuare, ci rendiamo subito conto se siamo felici o triste, impauriti o stupiti.
Le emozioni secondarie, invece, sono molte di più. Per citarne alcune: vergogna, invidia, senso di colpa, orgoglio, entusiasmo, serenità…
Quand’è che vi sentite sereni? No, tranquilli, non dovete rispondermi. Lo so che è una domanda complicata. Infatti l’essere sereni è, appunto, un’emozione secondaria. Una di quelle più difficili da decifrare. Ma quanto è bello e quanto ci sentiamo soddisfatti, quando riusciamo a raggiungerla!
Le fotografie sono emozioni
Ma perché il vostro fotografo vi parla di questo?
Perché le fotografie sono emozioni. Lo sono nel momento in cui le scatti. Lo sono ancora di più quando le riguardiamo, a distanza di anni. Le emozioni rendono la nostra vita fantastica e colorata, piena di movimento.
Quindi un bravo fotografo di intelligenza emotiva deve saperle riconoscere e ritrarre. Deve saperle cogliere subito, non appena le vede rappresentate nel corpo. Che, come vi ho raccontato più volte, è un importantissimo canale di comunicazione inconscio.
Quando scatto le mie foto emozionali faccio molta attenzione alle sensazioni secondarie che traspaiono dal corpo. Perché uno sguardo felice è bello da vedere. Ma quanto è più profondo e significativo quel lampo imperscrutabile che appare a volte negli occhi degli sposi o degli innamorati? Quella saetta veloce e fugace, dura un attimo… ma nella quale si condensano tutte le aspettative, le ambizioni di gioia e le domande sul nostro futuro?
Ecco un gioco da fare con chi amiamo
Vi propongo un gioco, da fare con i nostri partner o gli affetti più cari.
Dedichiamoci un momento insieme, per porci tre domande esatte:
- come stai ora?
- cosa senti in questo momento?
- e, soprattutto, che cosa stai provando? Che tipo di sensazione pervade il tuo corpo e la tua anima?
Si tratta di stupore, rabbia, felicità, orgoglio, disgusto, voglia di vita… Siamo capaci di descrivere tutto questo a livello emotivo?
Se impariamo a comunicare le emozioni, la nostra vita diventa più bella. E anche le nostre foto ovviamente 🙂
Sono domande profonde, dalle quali è naturale scaturisca un dialogo. Personalmente, ho passato nottate a parlare di queste emozioni con le persone a me vicine e ne sono sempre scaturiti dei momenti unici.
Mettiamoci alla prova: ci vuole coraggio!
Per fare questo gioco, però, è importante un elemento. Il coraggio.
Il coraggio di porre le domande giuste e di rispondere in maniera sincera. Se domandiamo ci mettiamo all’ascolto, dobbiamo avere il coraggio di ascoltare e soprattutto accogliere – con tatto e delicatezza – quello che le persone care intorno a noi ci comunicheranno. Perché in quel momento si sentiranno molto vulnerabili e avranno bisogno di tutto il nostro amore.
Buona domenica