Raccontare una storia è sempre un’emozione!
Se quella storia ci ha commosso, sbalordito, coinvolto, le nostre emozioni emergeranno ed entreranno nel cuore di chi sta “sfogliando” il nostro racconto fotografico.
Raccontare una storia è sempre un’emozione. Raccontare una storia fotografica lo è ancora di più. Già, perché ognuno di noi rappresenta un tesoro nascosto di sentimenti, pronti a emergere nei momenti più coinvolgenti. E realizzare un reportage fotografico significa portare alla luce quelle sensazioni che abbiamo dentro per dare ancora più forza al racconto che intendiamo trasmettere.
Ma come realizzare un racconto fotografico? In realtà, è come raccontare una storia. Solamente che, al posto delle parole, utilizziamo degli scatti.
Faccio alcuni esempi di racconto fotografico.
Se intendiamo parlare o scrivere di una storia d’amore, probabilmente pronunceremo o batteremo sui tasti del computer la parola “bacio” oppure “amore”.
Ecco, noi invece sostituiremo quel termine con una foto. Il nostro bacio è uno scatto. E con una semplice immagine la storia d’amore che vogliamo raccontare è già realtà.
Tra le idee di racconto fotografico rientra anche il concetto di movimento, di cambiamento. Come nella struttura linguistica il verbo indica un’azione – e quindi un passaggio, anche temporale come il prima e il dopo – così nell’immagine fotografica ci può essere un piccolo o un grande, un davanti e un dietro, una destra e una sinistra, un fermo o un mosso, un nitido e uno sfuocato.
La foto è la parola, l’insieme delle foto coerenti tra loro diventa un discorso.
Naturalmente, deve esserci chiarezza nella nostra esposizione. Proprio come in un articolo di giornale o in un testo letterario. È facile avere tante idee per un racconto fotografico. Meno semplice è fare in modo che la sequenza delle singole foto sia in grado di comunicare, con logica e chiarezza, proprio quella idea.
Per raccontare una storia fotografica è importante essere chiari. Anzi, direi che è fondamentale. Per ottenere questa facilità di linguaggio è fondamentale rispondere alle 5W fotografiche. Sì, avete letto bene. Proprio come negli articoli giornalistici, così anche nel reportage fotografico esistono cinque domande alle quali dobbiamo rispondere:
Who, What, Where, When, Why
Ecco le 5W fotografiche
Ossia: chi ha fatto che cosa, dove, quando e perché. Naturalmente, ad ogni domanda si risponde con un’immagine. È così che nasce la nostra storia fotografica.
Il racconto fotografico deve segnalare “ lo scorrere del tempo” ed avere una propria coerenza narrativa con la sua introduzione, il suo svolgimento, il suo momento culminante e la sua conclusione. Quindi noi dovremo includere un numero variabile dalle sei alle otto foto.
La prima, naturalmente, è la foto di apertura, che racconta che cosa sarà descritto nel racconto fotografico. Poi viene il corpo del testo. Infine, la foto di chiusura che stacca rispetto a tutto il racconto e deve essere differente da tutte le altre.
Seguendo questi passaggi, diamo vita alla nostra storia. Perché la facciamo vivere attraverso le immagini.
E se quella storia ci ha commosso, sbalordito, coinvolto, le nostre emozioni usciranno fuori da quelle foto. Ed entreranno nel cuore di chi sta ‘sfogliando’ il nostro racconto fotografico.
Correte a raccontare! Il mondo ha bisogno di storie… fotografiche!